Un'antica storia racconta che un signore domandò al proprio medico, membro di una grande famiglia di guaritori, chi di loro fosse più abile nell'arte della medicina.
Il medico, la cui reputazione era tale che il suo nome era sinonimo di scienza medica, rispose:
"Il mio primogenito vede lo spirito della malattia e lo rimuove prima che prenda forma; per questo motivo il suo nome non è conosciuto al di fuori della nostra casa. Il secondo cura la malattia quando è ancora all'inizio; perciò il suo nome è conosciuto in tutta la città. Per quanto mi riguarda, pratico agopuntura, prescrivo pozioni e massaggio il corpo; così il mio nome giunge al di là dei confini del nostro Paese".
In questo racconto è riassunta l'essenza della strategìa del combattere che insegna che: "meno si fa e meglio è". Sia nel combattimento che nella guarigione di un male si affronta una disarmonia; la cura sarà tanto più efficace quanto più riuscirà a rendere il conflitto inutile, identificando anticipatamente il problema e trovandone la soluzione:
"la massima abilità sta nello sconfiggere il nemico senza combattere". Il successo è ottenuto il più delle volte mediante il "non agire"; così è meglio sapere cosa non fare e quando non farlo piuttosto che cosa fare e quando farlo.
Come nel racconto del medico, possiamo considerare vari livelli di abilità di un combattente: il migliore è quello che cancella il nemico, vanificando così i suoi piani offensivi; il secondo è colui il quale, mostrando la propria forza, vince senza combattere; dopo viene colui che è costretto a combattere per dimostrare la sua superiorità; infine il peggiore è chi, attaccando per primo, ingaggia con il nemico un lungo combattimento, non conoscendone l'esito.